Congresso annuale della sezione Veneta della Società Italiana di Psichiatria (PSIVE)

Le persone con disturbo mentale soffrono, oltre che del problema di cui sono affetti, anche (e forse in maggiore misura) delle conseguenze sociali che il disturbo psichico comporta - in termini di emarginazione, esclusione, diffidenza da parte degli altri. Si tratta a tutti gli effetti di una “seconda malattia” che va ad aggiungersi a quella di base e che di questa ne rappresenta una grave “complicanza”. Di questo parliamo, quando parliamo di “stigma” e discriminazione.
Stigma e discriminazione hanno conseguenze concrete sulla vita delle persone che soffrono di un disturbo mentale: rappresentano un ostacolo nel cercare e mantenere un lavoro e nel trovare casa, favoriscono l’abuso di alcool e di sostanze, incrementano la probabilità di andare incontro a depressione e suicidio; rappresentano, infine, una delle principali barriere al trattamento, rendendo più difficile per i pazienti chiedere aiuto e ricevere una terapia adeguata. Inoltre, nuove forme di discriminazione serpeggiano in una società che tende a farsi sempre più multietnica, portano a marginalizzare le persone che provengono da ambiti geografici e culturali lontani. Molto spesso un migrante colpito da un disturbo mentale corre il rischio di essere discriminato due volte, come migrante e come persona con problemi di salute mentale.
È lecito chiedersi allora se i nostri servizi socio-sanitari siano in grado di farsi carico di questo nuove e multiple forme di fragilità. I mezzi di comunicazione di massa possono fare tanto al riguardo, in positivo, ma anche purtroppo in negativo: brevi articoli di giornale (o servizi televisivi) scritti con superficialità e sensazionalismo possono vanificare anni di campagne anti-stigma.
Il problema della discriminazione nei confronti delle persone che soffrono di un disturbo mentale è una battaglia culturale e di civiltà che va affrontata da tutti e a diversi livelli. Se non sarà affrontata in maniera globale e coinvolgendo la società nel suo complesso, la battaglia per eliminare vecchie e nuove forme di discriminazione avrà poche possibilità di sortire alcun risultato concreto e duraturo.