Gruppi che curano & gruppi che guariscono
Franco Fasolo

La Garangola Padova, 2002


INTRODUZIONE (estratto)

Naturalmente, questo è un libro sui gruppi terapeutici. Sull'argomento è disponibile una vastissima serie di conoscenze, che giustifica l'abbondanza dei riferimenti bibliografici qui proposti su una dimensione peraltro limitata, come quella che tenta di connettere tecnicamente persona e comunità.
L'intenzione strutturante di questo testo, molto ambiziosa, molto disturbante, è descritta dalla metafora di un piccolo hopeful monster (Bocchi, Ceruti, 1993); per i biologi dello sviluppo, il "mostro speranzoso" è già dotato delle mutazioni necessarie perché si producano appropriati cambiamenti sostanziali e resta in attesa delle circostanze ambientali adatte a compiere il salto evolutivo: spero infatti che il Lettore, esplorando il testo in lungo e in largo, faccia anche una esperienza di tipo gruppale. Incominciamo subito, senza spiegare che cosa intendo fare ma associando, cioè attivando quello specifico dispositivo di mentalizzazione che si chiama area intermedia. Nel 2001, cioè in una fase storica di sviluppo finora ineguagliato dei gruppi terapeutici (MacKenzie, 1997) molti studenti di psicologia, qualche allieva della Scuola di psicoterapia della COIRAG, molti giovani specialisti psichiatri e perfino qualche psicoanalista esperto, con cui faccio l'ostetrico per aiutarli a metter gruppi al mondo, raccontando delle loro esperienze spesso mi parlano dell'ultimo "gruppo" come se ancora fosse loro impossibile dire " l'ultima seduta "; oppure, come se un esito possibile dell'esperienza (di supervisione) di gruppo fosse la piena accettazione di una più ricca e mobile complessità di piani coesistenti, non più semplicemente descrivibile come "seduta"... (il testo continua...)

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